A cura di Giuseppe Graziano Mattia
Isolamento.
Solo con te stesso…
Per notare quanto ci sia di paradossale in ciò che ritieni sia irrevocabile, esecutivo…
Sì, sembra un discorso di diritto.
Quel discorso in cui non puoi fare a meno di notare come i caratteri appena citati, appartenenti al giudicato, siano un po’ il tuo “cavallo di battaglia”. Apparentemente…
È come se mancasse qualcosa… Non saprei.
La sensazione è quella che, di esser sopravvissuti, aver visto da vicino la Morte, tanto da stringergli la mano, sia solo una grossa e pesante punizione.
Forse, non abbiamo fatto i conti con il decorso naturale del tempo…
Lo sappiamo bene noi “giuristi”, il decorso del tempo rappresenta, alla lunga, l’inoppugnabilità dei provvedimenti.
Che sia davvero tutto così diverso?
Non so, davvero… Ma non mi sento… “libero”.
Cosa intendiamo per libero? La liberazione anticipata dopo espiazione di un tot di pena? Una illusoria libertà data dalla possibilità di scontare la pena al di fuori dal carcere?
No. Solo 3 anni fa, mi sentivo padrone delle mie facoltà.
Che le violente fratture craniche, ormai rinsaldate, che mi mandarono in coma, mi abbiano cambiato i connotati?
No, lo escludo… Ma sopravviene un gran senso di inutilità o, meglio, incapacità.
Non avrai mica bisogno dell’interdizione o della rappresentanza ex 1388 c.c.?
No, no.
Voglio solo tranquillità, libertà.
Voglio riavere il possesso della mia mente e… Magari il disposto ex 1140 c.c. potesse aiutarmi!
In attesa… Osservo, da fuori, un me stesso privo di elementi essenziali.
Dietro una sbarra.
In attesa di Grazia.
E non quella concessa dal Presidente della Repubblica…