A cura di Antonello Luongo
Nella nostra regione stiamo vivendo giorni strani, per certi versi frenetici, dalla morte di Antonio Nicastro e Palmiro Parisi. Si inseguono voci, parole sull’inadeguatezza dei vertici regionali, di chi gestisce la crisi. Affermazioni, talvolta diffamazioni, contraddizioni.
Prima il battibecco tra l’assessore Leone ed i medici di base, poi il servizio su TPI di Selvaggia Lucarelli, infine la visita del Viceministro Pierpaolo Sileri in regione. Il tutto ornato dai servizi del TGR Rai che lodano il buon operato dei medici del San Carlo durante questa emergenza.
Tralasciando gli articoli di giornale, le interviste ed il mio pensiero personale cercherò di farmi un’idea sulla gestione dell’emergenza in Lucania utilizzando solo uno strumento: i dati presenti sul sito del Ministero della Salute aggiornati al 07/04 alle 17:00. Dati che dovrebbero essermi d’aiuto, in un modo o nell’altro nel valutare la gestione dell’emergenza nella nostra regione. Dopotutto, più di ogni altra cosa i dati rappresentano un risultato oggettivo, stimabile e confrontabile.
Cercherò di paragonare i dati di tutte le regioni spiegando il percorso logico che mi porterà a tirare le mie conclusioni.
Il contenimento del contagio
Il primo dato da andare ad osservare è quello che riguarda l’efficacia del contenimento del contagio, cioè in percentuale rispetto alla popolazione quante persone hanno contratto il virus.Media nazionale 0.223

La percentuale nazionale è dello 0.223%
Guardando alle percentuali, possiamo notare come la nostra regione si sia guadagnata il terzo gradino del podio a livello nazionale. Sembra, quindi, che le misure di contenimento adottate dalle varie ordinanze emanate dagli organi regionali siano state efficaci!
C’è da tenere in conto che nei 570.365 abitanti lucani sono conteggiati anche i fuori sede che non hanno ancora fatto rientro presso la propria residenza, di conseguenza, rispetto alla popolazione effettivamente presente in regione, la percentuale dei contagi dovrebbe essere più elevata. Di conseguenza, anche il dato riguardante la Lombardia ad esempio dovrebbe essere inferiore.
Tralasciamo, quindi quest’ultima considerazione sull’effettivo numero delle presenze in regione che potrebbero essere differenti dai residenti.
Il confronto con il numero di tamponi
C’è un altro dato da tenere in considerazione e che può aiutarci a capire quanto la stima precedente possa essere veritiera o accurata. E cioè il numero di tamponi effettuati sulla popolazione.
Perché è così importante? Perché è naturale che a più tamponi fatti corrisponderà un numero maggiore di contagiati venuti allo scoperto.

La percentuale nazionale è dell’1,246%
In questo caso ci si rende conto che la nostra regione occupa il sedicesimo posto in questa graduatoria. Peggio, per quanto riguarda questo tipo di controllo, hanno fatto solo altre quattro regioni (Campania, Sicilia, Sardegna e Marche).
Questo cosa significa? Significa che il dato precedentemente analizzato, cioè quello della percentuale di contagi rispetto alla popolazione, risulta discutibile a fronte di così pochi tamponi analizzati e ad un divario dello 0,72 rispetto al dato nazionale.
È dunque molto possibile che i contagiati ed i casi effettivi nella nostra regione siano di più di quanti ufficialmente conteggiati.
In questo caso non stiamo mettendo in discussione le capacità degli enti preposti all’amministrazione dell’emergenza presumendo che in ogni caso i laboratori regionali per l’analisi dei tamponi stiano lavorando a pieno regime.
In ogni caso il dato preso in considerazione mette in evidenza quantomeno una evidente mancanza di mezzi predisposti per accertare i casi da parte delle autorità regionali.
La gestione dei casi
Diamo un’occhiata adesso alla gestione dei casi a livello nazionale e regionale.
Su un totale di 135.586 casi a livello nazionale, consideriamo il numero di casi totali per regione.

Consideriamo adesso le percentuali di guariti e morti in rapporto al numero complessivo di casi sia a livello nazionale che regione per regione.

Cosa possiamo trarre da questo grafico? Possiamo capire che in 13 regioni italiane su 20 la percentuale dei guariti è superiore rispetto alla percentuale dei decessi. Purtroppo la Basilicata non rientra in queste 13 regioni e fa parte di quelle 7 regioni dove la percentuale di decessi supera quella di guarigioni.
Un esempio eccezionale sembra essere rappresentato dall’Umbria, con la più alta percentuale di guarigioni (29,136%) e la più bassa percentuale di decessi (0.038%). Così come anche Liguria, Lombardia, Veneto e Molise si differenziano per un ampio scarto tra le guarigioni ed i decessi.
In ogni caso, in questa analisi la nostra regione non si differenzia di molto dalle altre e non risulta essere un esempio negativo, per quanto i decessi siano comunque pochi, questi non vengono superati dal numero di guariti.
L’ospedalizzazione
Andiamo adesso ad analizzare il dato dei pazienti attualmente positivi. Ecco i numeri regione per regione:

Va tenuto in conto, ad ogni modo, il discorso fatto per il numero di tamponi effettuato, che può rendere fallace l’osservare ai numeri assoluti. I contagiati potrebbero essere molti di più di quanto si sappia ufficialmente, sopratutto a fronte dei molti meno tamponi prelevati sulla popolazione, in regione.
Mentre invece, questa è la percentuale di ospedalizzazione (sia ricoverati nei reparti di malattie infettive sia in terapia intensiva) dei casi a livello nazionale e regione per regione:

L’aver osservato questo dato mi suggerisce che il trattamento dei pazienti nella nostra regione non differisce di molto da quello di un esempio di eccellenza come può risultare l’Umbria.
Conclusioni
Questa rappresenta, personalmente, la parte più difficile. Finora ho parlato di numeri, ma le vite umane non sono un numero. Di fronte ad una situazione del genere ogni morte fa impressione, ogni morte colpisce personalmente e duramente, così come espresso nel famoso poema di John Donne. Diventa facile sentirsi colpiti dalle morti e specialmente in una regione piccola come la nostra, dove tutti si conoscono ogni morte assume un significato più personale per ognuno di noi.
Tornando alla questione, dai dati analizzati ed osservati credo di poter affermare che non ci sia una grande differenza tra la Lucania e le altre regioni nell’affrontare l’emergenza e nel trattamento dei contagiati. L’unica differenza viene rappresentata dal riconoscimento di questi (dei contagiati). È evidente che il numero di tamponi ad ora effettuati non è sufficiente a fornire una stima concreta dei contagiati ed è evidente come il processo di prelievo dei tamponi non sia stato efficiente, la storia di Antonio Nicastro ci insegna questo. Che è difficilissimo riuscire ad ottenere un tampone e diventa, a sua volta, difficile riuscire ad ottenere un trattamento nei tempi giusti. Per quanto riguarda il trattamento dei degenti, sembra si possa comunque migliorare, i sistemi sanitari di almeno 13 regioni sono stati più efficienti di quello lucano. (4,123% di guariti e 4,8% di deceduti sul totale dei contagiati)
Le variabili in gioco sono tante, si potrebbe anche prendere in considerazione lo scarso numero di contagi come un’aggravante per chi deve occuparsi della situazione e la sta gestendo in maniera peggiore di chi si ritrova a gestire situazioni più gravi, ma anche con mezzi migliori.
Parliamoci chiaro, dare la caccia ai colpevoli e cercarli nelle istituzioni attuali è inutile, farebbe passare il senso di colpa, ma non perdonerà la colpa di noi lucani, passati dall’essere un branco di lupi ad essere un gregge di vacche senza orgoglio, gregge che ha consentito che per anni (parliamo di almeno tre legislature, quindici anni) l’impoverimento e lo smantellamento del sistema sanitario regionale. Gregge inerte, che adesso ricerca il carnefice nelle istituzioni attuali, senza rendersi conto di essere stato complice del carnefice tutte le volte che ha taciuto nel vedere il proprio sistema sanitario, economico ed identitario smantellato.
Per quanto neanche a me faccia felice sapere che la giunta comunale vanta di aver chiuso il Bilancio di Previsione 2020 – 2022 “in netto anticipo rispetto agli anni passati”. Oppure quando la stessa tramite il sindaco discute sui “sette euro a persona” previsti dalle disposizioni Governo nazionale, dimostrando innate doti di contabilità che fanno anche ben sperare per il bilancio succitato. Bisogna comunque riconoscere che le due giunte stiano cercando di fare il possibile per far superare l’emergenza ai propri cittadini con gli scarsissimi mezzi a propria disposizione.
Per chi avesse bisogno di dati e volesse farsi una propria idea sui dati a disposizione può dare un’occhiata anche sugli strumenti statistici messi a disposizione dal il Sole 24 ore sul suo sito.
Un pensiero riguardo “Covid-19 DATI ALLA MANO”