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Trenta giorni di silenzio

A cura di Antonello Luongo

Novembre. Questa volta ho deciso di proseguire sulla via delle privazioni. Dedicherò un mese al non utilizzare le cuffie. Cosa che personalmente mi sembra impossibile.

Vi spiego perché

Da anni ormai sono abituato ad ascoltare costantemente musica. Ho una playlist per ogni mio stato d’animo, per ogni attività e necessità. La playlist per studiare, quella per meditare, quella per rilassarsi dopo una giornata stressante.

Per capire quanto sia importante e presente la musica nella mia vita mi rifaccio ai dati che Spotify ha raccolto su di me negli ultimi dieci anni:

Considerando che i Tool sono disponibili per l’ascolto su Spotify dal 2 agosto 2019 e che questi dati sono stati raccolti a dicembre 2019, considerando anche che non ho sempre avuto negli ultimi dieci anni un abbonamento premium di Spotify, credo questo renda l’idea di quanto tempo passo ad ascoltare musica durante le mie giornate.

Dovrò quindi abbandonare quelle che per anni hanno rappresentato un “prolungamento del mio corpo”. Penso a cosa potrebbe significare anche a livello psicologico per me, dopotutto una parte integrante delle mie giornate è rappresentata dall’ora di passeggiata quotidiana che mi concedo (solitamente alle 15 o alle 19) accompagnandola all’ascolto di un podcast o alla scoperta di un nuovo album. Chi mi conosce sa che quando faccio la mia passeggiata mi perdo nella musica che ascolto, al punto da estraniarmi e non riconoscere o salutare le persone che incontro per strada.

Ovviamente l’unica occasione in cui mi sarà consentito utilizzare le cuffie sarà quando, alla guida, avrò bisogno degli auricolari per ricevere o fare telefonate.

L’esperimento

Già dopo il quarto giorno mi rendo conto che superare questa sfida mensile sarà difficile. Leggo dal mio diario:
“Giorno 4: Questa mattina mi sono svegliato nervosissimo ed avrei davvero bisogno di qualche momento per “carburare” con l’ausilio di un po’ di musica. Cercherò di resistere al mio nervosismo, ma non avrei mai immaginato che l’assenza delle cuffie e quindi della musica nelle mie giornate avrebbe causato un’astinenza simile a quella che ho sentito per le sigarette quando ho provato a smettere di fumare.”

Già a partire dalla seconda settimana (dal giorno 7) il mio approccio è stato diverso.
Ho iniziato ad abituarmi all’assenza delle cuffie nelle mie tasche e sopratutto nelle mie orecchie. Ho iniziato ad essere più attento a ciò che mi succedeva attorno, ad ascoltare i discorsi che facevano le altre persone per strada, in fila al distributore del caffè, in università.
Una nota significativa nel mio diario riporta che il tempo dedicato alle mie passeggiate è drasticamente diminuito da quando non ascolto musica.
“sto iniziando ad uscire di casa solo per vedere altre persone e non più per dedicarmi alle mie passeggiate in solitaria. Non è buona cosa l’aver ridotto così tanto il passeggiare, ma è stato interessante constatare che effettivamente le mie passeggiate e l’utilizzo delle cuffie sono due abitudini correlate.
[…]
facendo così ho praticamente abolito tutti i momenti che dedico a me stesso durante le giornate.”

Arrivato alla terza settimana e superata la metà dell’esperimento continuo a constatare come questa sfida sia difficile, non sono riuscito ancora ad adattarmi del tutto.
“Sono una persona fortemente introspettiva e la musica ha sempre costituito il mio mezzo di introspezione, adesso sto iniziando a capire quanto esagerassi e quanto la musica, in ogni caso sia importante e potente per me. È la mia maniera per regolare l’umore, per sentirmi più forte.
Da quando sto passeggiando senza cuffie addosso mi sto sentendo davvero vulnerabile. Lo dimostra anche l’aver modificato la postura quando cammino.”

Come se non bastasse, durante la seconda metà del mese sarebbero arrivate le sfide più grandi.
“La settimana prossima mi aspettano 6 esami in 6 giorni e un viaggio in bus della durata complessiva di 24h. Riuscirò ad affrontare il tutto senza inforcare le cuffie?”

Il risultato durante i giorni a seguire fu quello di infrangere la regola, in quattro occasioni nelle ore precedenti agli esami ed in occasione del viaggio in bus che da Potenza mi ha portato a Torino (12h di andata e 12h di ritorno).
A Torino ho potuto constatare quanto la musica mi mancasse. Durante tutti i miei viaggi ho sempre legato almeno una canzone ad un posto che ho visitato. Alla città di Torino non ho legato nessun “ricordo musicale” se non le playlist di Miles Carter che ho ascoltato durante il viaggio di andata.
Il viaggio di ritorno, coadiuvato dalle condizioni meteo eccezionali (stiamo parlando del nubifragio 24 novembre, che ha anche allagato i murazzi a Torino) e vissuto senza cuffie è stato lungo di per sé e lo è sembrato ancora di più senza cuffie.

Alla fine del mese ho deciso di passare l’ultima settimana comunque rispettando le regole e mantenendo la privazione della musica, senza riscontrare particolari adattamenti o miglioramenti delle mie sensazioni a riguardo.

Conclusioni

Tirando un bilancio del mese trascorso senza cuffie devo dire che questo è stato un esperimento che mi ha fatto riflettere molto. Cito da mio diario:

Non ho stimoli nuovi, spesso mi sento incastrato in dei loop di pensiero per giornate intere, sopratutto ribadisco che la musica per me è sempre stato uno strumento di controllo dell’umore, non utilizzando le cuffie diventa molto difficile per me riuscire a regolarlo.
La sfida più grande è questa: riuscire ad espormi agli stimoli esterni compiendo lo sforzo di regolare il mio umore senza l’utilizzo della musica. Solo affrontando questo aspetto avrò colto l’aspetto formativo dell’esperienza.

È stata una sfida davvero difficile da affrontare e forse proprio per questo ho appreso tanto su me stesso, le mie abitudini ed il mio modo di esperire il mondo. Sicuramente ho capito che l’ascolto di musica è molto importante per me, al punto che il privarmene fa sì che io abbandoni anche altre abitudini (come adesempio le mie famose passeggiate) e cambi il modo in cui mi rapporto con ciò che mi circonda.

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