A cura di Chiara Potenza
Non so realmente come iniziare questa lettera, forse perché la decisione di scrivere delle lettere che racchiudano tutta la mia angoscia è nata spontaneamente. E le parole venivano su da sole, come le lacrime, eppure entrambe spariscono quando ne hai bisogno.
Avete mai sentito il desiderio ardente di piangere, tanto da farvi male lo stomaco e la testa e provarci anche ma nulla? In quel momento avrete pensato sicuramente che avete pianto così tanto da aver finito le lacrime, forse invece avete accumulato così tanta sofferenza che perdere anche le lacrime sarebbe doloroso.
So esattamente come ci si sente, a volte ho pensato addirittura che alcune persone nascono già con la sofferenza addosso e crescendo questo “dono” si accentua, fino a diventare insopportabile… Ed ecco come nascono i suicidi.
Siamo persone troppo sensibili alla sofferenza e alle ingiustizie. Cerchiamo di andare avanti cercando la felicità e quando crediamo di averla trovata, improvvisamente crolla, perché la felicità è come un palazzo…. Se non le dai forti fondamenta si sgretola, e come può dare fondamenta alla felicità una persona che ha solo sofferto?
Quando si è giovani si cerca la felicità nelle persone, quando s’inizia a lavorare la si cerca nei soldi o nel tempo libero e si fanno cose, si frequentano persone sperando di trovarla… E se la si trova è effimera perché le persone, I soldi, le cose se ne vanno o finiscono e tu sei lì di nuovo solo.
Chi non si ricorda della felicità non può essere felice.
Per questo credo di essere un’aspirante suicida, con questo titolo ci si nasce o lo si diventa da molto piccoli, quando la felicità sparisce. Ma prima di compiere il mio “dovere” vorrei scrivere delle lettere, non so bene quante ne saranno. Ma ognuna sarà dedicata a delle persone in particolare.
Spiegherò i miei motivi. E poi andrò via per sempre, in silenzio come la neve.